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I social ci sollecitano a produrre e consumare contenuti in quantità sempre crescenti, ma le immagini sono sempre più uguali a tutte le altre: stesso smartphone, stessi filtri, stesso stile (quello di tendenza copiato pari pari), ...
Poi ci sono le parole, anch'esse sempre più logore, sempre più spesso utilizzate impropriamente e comunque messe semplicemente lì a riempire uno spazio vuoto.
Senza speranza?
No, perché il problema non sta lì, non sta nell'immagine o nelle parole, sta nella sinergia tra immagini e parole per raccontare qualcosa.
Raccontare storie è una storia che dura da prima della storia, in cerchio attorno al fuoco nella savana o in una grotta.
Oggi il luogo delle storie è uno schermo, grande o piccolo che sia. Abbiamo cambiato modo ma sempre di storie si tratta.
Noi ci occupiamo di marketing e comunicazione per cui gli argomenti delle storie che presentiamo e raccontiamo sono quelle di chi ha risolto un problema per sé e mette a disposizione di tutti la sua soluzione, dei rapporti tra azienda (o professionista) e il cliente, la crescita e il successo di un'impresa... ci occupiamo di tutto quanto serve a trasmettere valore.
Tutti noi cerchiamo storie, facciamo scorrere il feed del social fino a quando un titolo o un'immagine ci colpisce, solo allora cominciamo a leggere e a guardare. Siamo entrati nella storia di qualcuno o qualcosa c'interessa e questo meccanismo genera fiducia, quella stessa fiducia che ci porta poi a fare un acquisto.
Questo è quanto cerchiamo di fare con 20 evolution, raccontiamo la storia della tua impresa perché il pubblico si possa ricordare di te e sceglierti ancora una volta.
Questo è il nostro marketing.
P.S.
la fotografia riproduce un'opera di Emilio Isgrò, posta Gibellina che ben rappresenta il concetto di un testo che sostiene un'immagine diventandone parte integrante al punto da non poterle più dividere pena la privazione di senso dell'opera.